Scambio di opinioni e di relazioni letterarie
progetto editoriale a cura di Elena Franco
Un vero e proprio “disagio storico” sta purtroppo affliggendo la nostra epoca che è contrassegnata da un profondo sconvolgimento delle coscienze.
Ci sembra quindi attuale, insieme con gli amici della “ Plaza”, di orientare i nostri pensieri, i nostri pareri, la nostra discussione su un argomento che esiste da quando esiste l’uomo: il significato e il rispetto della “dignità umana”.
Iniziamo con una storia che riguarda anche i nostri “fratelli minori” come il poeta Sergej Esenin chiamava gli animali.
E’ la storia di “Marco Cavallo”, ovvero “ come il cavallo azzurro è uscito dalla sua prigione e si è avventurato per le strade del mondo”.
Il 25 Febbraio 1973 in una fredda domenica sferzata dalla bora, un corteo con un enorme cavallo di cartapesta scende verso la città di Trieste. Il corteo del cavallo azzurro si è mosso dal San Giovanni con stendardi, tamburi, fisarmoniche, in una atmosfera gioiosa. Si racconta che una bimba, stupita alla vista del cavallo, abbia chiesto alla mamma cos’era e che la mamma abbia risposto che forse era un carro di carnevale.
No non era un carro di carnevale, era “ Marco cavallo” costruito dai degenti dell’Ospedale Psichiatrico San Giovanni di Trieste, il cosiddetto manicomio. La pancia era grande per contenere tutti i desideri, gli zoccoli forti per uscire di corsa da quelle mura di cinta, gli occhi posti in alto per vedere lontano e non sbagliare strada, il collo dritto e muscoloso per non doversi piegare mai.
“Marco cavallo” aiutato da Franco Basaglia il Direttore del San Giovanni, da Giuseppe Dell’Acqua e da tanti operatori e volontari, usciva per la prima volta dalla sua prigione e si avventurava nelle strade del mondo portando un ostinato messaggio di diritti, dignità e liberazione, rappresentando tutte quelle persone che, perché affette da disturbi psichici, venivano umanamente e civilmente annientante costrette a vivere in condizioni subumane, proprio come un cavallo che, perché vecchio e non più utile alla società, viene mandato al macello. Il cavallo azzurro voleva infatti anche ricordare un cavallo vero che nell’ Ospedale Psichiatrico San Giovanni di Trieste era adibito al trasporto della biancheria. Ormai vecchio era stato condannato al macello ed era stato proprio l’intervento dei ricoverati i cosiddetti “matti” che lo aveva salvato.
Mi piace concludere questo racconto con le parole di Claudio Magris che dice che “ Marco Cavallo” è stato e rimane anche oggi il simbolo gioioso della possibilità di incontro, di libertà, perfino di comune allegria.
Il 13 Maggio 1978 la liberazione avviata da Franco Basaglia arrivava a compimento e veniva finalmente approvata la legge 180 che, per usare le parole di Claudio Ermè, ha messo fine all’esistenza crudele ed inutile dei manicomi in Italia e ha proposto un modello a tutto il mondo civile.
Oggi va tutto bene?
Forse no perché dal 12 Novembre 2013 “ Marco Cavallo” aiutato da uno dei primi e fondamentali collaboratori di Franco Basaglia Giuseppe Dell’Acqua ha ripreso il suo viaggio.
C’è infatti il timore di un ritorno al passato quando, sempre usando le parole di Giuseppe dell’Acqua, gli psichiatri si erano sforzati di rendere impeccabile il funzionamento “razionale” dell’Ospedale. “Regola dopo regola, anno dopo anno, avevano invece costruito un ammasso di corpi inerti, di procedure mostruose di persone aliene e abbandonate dentro le mura dei manicomi”.
Tratto da:
-Basaglia a Trieste cronaca del cambiamento con interventi di Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, foto di Claudio Ermè, Stampa Alternativa/ Nuovi Equilibri ed.2008
-Conversazione di Claudio Magris con Peppe Dell’Acqua in un caffè di Trieste, Corriere della Sera 30 Dicembre 2013.
Poetessa italiana. Ha esordito nel 1953 con La presenza di Orfeo seguito da Paura di Dio (1955), Nozze romane (1955), Tu sei Pietro (1961). Dopo un ventennio di silenzio segnato da una dolorosa malattia e dall’ esperienza dell’ospedale psichiatrico, è tornata alla scrittura con L’altra verità. Diario di una diversa (1986), racconto in prosa dell’esperienza…
Giuseppina Elisabetta Armici si è laureata in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e ha insegnato in scuole di diverso ordine e grado. Da quando ha lasciato l’insegnamento dedica buona parte del suo tempo alla scrittura: ” Favole- Per adulti bambini e bambini adulti” Albatros è il suo lavoro letterario di esordio; inoltre…
Nato a Solofra nel 1947, inizia a lavorare nel 1971 con Franco Basaglia. Dalla fine degli anni ’70 e per i successivi venti anni contribuisce alla progettazione, sperimentazione e gestione dei primi centri di salute mentale territoriali aperti 24 ore. Dirige per più di 17 anni il DSM di Trieste. Svolge e organizza consulenze scientifiche…
Medico, ha pubblicato ” Ballata sulla luna”, ” A braccia levate” e “Ritorno sulla luna”. Il tema centrale delle Sue opere letterarie è il suo paese come era in origine, come andava morendo e infine come ormai nemmeno esiste più. La dignità è un valore morale sotto la cui guida l’individuo sceglie il percorso…
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Nato a Brescia nel 1957, Alfredo Ceraso da circa vent’anni lavora nell’ambito della pedagogia della memoria, collaborando con Istituti scolastici ed Enti pubblici. In particolare il suo impegno si è concretizzato nell’organizzazione di progetti inerenti la commemorazione di date simbolo del calendario civile, quali il 27 gennaio, il 25 aprile ed il 9 maggio. E’…
Ogni uomo è creato da Dio, ad immagine e somiglianza sua, ha intelletto e volontà. Ha la dignità di creatura. Per grazia acquisisce la dignità di figlio di Dio. Ogni uomo, perchè creatura, va rispettato e a ognuno va dato rispetto, attenzione, ascolto e aiuto.