Di fronte ad una evidenza sintomatologica di allergia, è indispensabile rivolgersi allo Specialista per l’identificazione dell’allergene o degli allergeni in causa.
Acaro della polvere di casa
Nome latino: Dermatophagoides pteronyssinus, Dermatophagoides Farinae.
Descrizione:
Gli acari sono lontani cugini dei ragni. Provvisti di nove zampe, sono invisibili a occhio nudo e misurano da 0,2 mm a 0,4 mm di lunghezza. Rimangono in vita solo 8 settimane ma, in condizioni favorevoli, si riproducono molto facilmente (umidità a 65-80%, temperatura tra i 20 e i 30°C). Le femmine possono deporre un uovo al giorno. Si nutrono di desquamazioni umane (resti di pelle, di capelli e di unghie) e animali.
Dove si trova:
Ai nostri climi, gli acari proliferano negli ambienti interni. In ogni casa, anche la più pulita, risiedono gli acari. Si trovano nelle lenzuola, su tende, peluche, divani, tappeti, moquette. Un materasso ne può contenere 2 milioni e in un grammo di polvere possono esserci fino a 2.000 acari!
Periodo di esposizione agli allergeni:
Tutto l’anno
Gli acari sono responsabili del 50% delle manifestazioni allergiche. L’inalazione dei resti di acari morti e delle loro feci provocano le allergie con sintomi di tipo respiratorio (rinite e asma). Il loro contatto con la pelle provoca dermatite atopica.
I sintomi dell’allergia agli acari sono soprattutto respiratori, durano tutto l’anno ma possono intensificarsi durante due periodi chiave: il mese di maggio e da settembre a dicembre, nelle dimore riscaldate e poco aerate.
I sintomi più frequenti possono comparire simultaneamente oppure in fasi successive:
- congiuntivite: lacrimazione, prurito e arrossamento agli occhi
- rinite: rinorrea (naso che cola), prurito e starnuti e soprattutto ostruzione nasale
- asma: sibili, difficoltà di respirazione, tosse o problemi respiratori durante il sonno o in fase di sforzo fisico
- eczema: arrossamento cutaneo, prurito, lesioni soprattutto a livello di pieghe cutanee (ginocchia, gomiti, collo).
Questi sintomi hanno come conseguenza una alterazione della qualità di vita della persona (avvertita da più del 90% dei pazienti) e un riflesso negativo sul proprio rendimento nella vita professionale e scolare (avvertito da più del 70% dei pazienti).
L’ALLONTAMENTO È LA PRIMA AZIONE NATURALE E INDISPENSABILE NEL TRATTAMENTO DELL’ALLERGIA AGLI ACARI.
Alcune regole:
- Evitare moquettes, mobili imbottiti, tappezzerie di velluto, tende, peluches… e lavare tutto regolarmente
- Utilizzare una rete con le doghe
- Lavare la biancheria (federe e lenzuola) a 60 °C tutte le settimane
- Mantenere bassa la temperatura delle camere (idealmente a 18 °C) ed aerare i locali regolarmente
- Abbassare il tasso di umidità
- Dotare il materasso di una fodera antiacari di qualità certificata
- Evitare il riscaldamento ad aria forzata, che ha il difetto di disperdere la polvere nell’aria
- Sbattere la biancheria e i vestiti fuori dalla camera da letto
- Spolverare regolarmente i mobili con un panno umido
- Passare l’aspirapolvere con cura ovunque, compresi materassi e poltrone, una volta alla settimana.
- Misure complementari
- Solo gli aspiratori dotati di un filtro HEPA evitano di ri-disperdere gli acari nell’aria. Il costo di questi aspiratori resta spesso elevato e con risultati controversi.
- Gli acaricidi uccidono gli acari, ma non eliminano gli allergeni contenuti nei residui e nelle feci degli acari stessi. L’acaricida resta attivo solo in superficie e la durata della sua efficacia resta limitata da 3 a 6 mesi.
TRATTAMENTO
Per alleviare i sintomi: antistaminici, corticosteroidi locali, antileucotrieni, beta2-agonisti, cromoni ecc.
Trattamento di fondo: desensibilizzazione per via sublinguale in gocce o per via sottocutanea.
Reazioni crociate:
Gambero, blatta, lumaca, tyrophagus putrescentiae.
Cane
Nome latino: Canis domesticus o Canis familiaris.
Descrizione:
Mammifero domestico dell’ordine dei carnivori e appartenente alla famiglia dei Canidi, il cane è l’animale da compagnia più diffuso in Italia. Taglia e colore del pelo variano in funzione della razza. In Italia si contano circa 7 milioni di cani.
Dove si trova:
Gli allergeni si trovano principalmente nella saliva, nell’urina, nel sudore e nei prodotti della desquamazione dell’animale. Essi contaminano il pelo, che diventa così portatore di diversi allergeni. Tali allergeni sono continuamente in sospensione nell’aria e vengono inalati nel corso della giornata, soprattutto dai bambini che sono spesso alla stessa altezza del cane.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Tutto l’anno.
Gli allergeni del cane causano manifestazioni come rinite, congiuntivite, asma, orticaria, edema. L’allontanamento del cane è il mezzo di prevenzione più sicuro, ma il suo impatto psicologico lo rende spesso difficile.
Alcune regole permettono comunque di ridurre l’impatto allergenico, tra queste:
- vietare al cane l’accesso in casa o almeno nella camera dove si dorme o si dimora abitualmente
- inumidire, una volta alla settimana, con l’acqua tiepida il pelo dell’animale. Questo accorgimento riduce della metà il numero di allergeni veicolati dall’animale
- pulire con cura e regolarmente la casa con un aspiratore munito di filtri speciali
- evitare moquette, tappeti, cuscini, peluche…
Reazioni crociate:
Gatto, cavallo.
Gatto
Nome latino: Felis domesticus.
Descrizione:
Il gatto appartiene alla famiglia dei Felini. Il colore del pelo è variabile in funzione delle specie.
Dove si trova:
Animale da compagnia molto diffuso; solo in Italia, se ne contano oltre 7 milioni. La sua numerosità rende ragione del fatto che l’allergene del gatto sia diventato una componente della polvere di casa; si quindi può essere sensibilizzati al gatto, pur senza averne uno.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Tutto l’anno.
Gli allergeni del gatto sono una delle cause più importanti di allergia respiratoria. I sintomi causati sono quelli dell’asma e della rinite. La sensibilizzazione al gatto sembra causare una predisposizione all’asma. L’allontanamento del gatto è lo strumento di prevenzione più sicuro, ma occorre sempre valutarne l’impatto psicologico. Occorre inoltre tenere in considerazione che gli allergeni del gatto persistono nell’ambiente domestico anche dopo 5 mesi dal suo allontanamento.
Reazioni crociate:
Felini, cane, cavallo, maiale.
Muffe
Nome latino: Alternaria alternata.
Descrizione:
L’alternaria è un micro-organismo di qualche micrometro di diametro. Per sopravvivere in ambiente sfavorevole, l’alternaria forma le spore, piccoli veicoli molto resistenti.
Dove si trova:
E’ una piccola muffa della casa presente anche nell’atmosfera. Si sviluppa in modo ottimale con il calore e con l’umidità. La presenza di piante ne può favorire la moltiplicazione.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da agosto a settembre.
Allergeni principali:
Alt a1.
Allergologia:
Liberate in modo massiccio in agosto-settembre, le spore di alternaria sono la causa della rinocongiuntivite estiva pseudo-pollinica. I sintomi osservati sono di tipo respiratorio (rinite, asma) e oculare. L’alternaria sembra essere coinvolta nelle recrudescenze di casi di asma grave.
Erba Codolina (Graminacee)
Nome latino: Phleum pratense.
Descrizione:
E’ una pianta foraggera che misura dai 40 ai 150 cm di altezza. E’ formata da ciuffi di colore verde-grigio o porpora che misurano da 6 a 15 cm.
Dove si trova:
E’ diffusa nei prati e nei campi in Europa, Africa e Asia del nord. Si può anche trovare in America del nord e del sud e in Australia. L’erba codolina è molto comune nella regione parigina.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da maggio a settembre.
L’inalazione del polline può provocare sintomi di rinite (raffreddore da fieno) e congiuntivite.
Al fine di ridurre quanto possibile l’impatto allergenico, può essere utile:
- non passeggiare nei boschi in pieno periodo di pollinazione
- chiudere le finestre e preferire l’aria condizionata
- lavarsi i capelli dopo una passeggiata per asportare il polline eventualmente depositato.
Reazioni crociate:
Pomodoro, patata, paprica.
Erba Mazzolina Comune (Graminacee)
Nome latino:Dactylis glomerata.
Descrizione:
Graminacea foraggera, l’erba mazzolina è una pianta longeva formata da grandi ciuffi. E’ bianca e verde, misura tra i 30 cm e 1 m e cresce molto rapidamente.
Dove si trova:
Principalmente in Europa, in Nord America e in altri paesi come il Giappone. La si trova soprattutto nei prati e nei campi.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da maggio a giugno.
L’inalazione del polline di erba mazzolina provoca sintomi come rinite (raffreddore da fieno) e congiuntivite.
Al fine di ridurre quanto possibile l’impatto allergenico, può essere utile:
- non passeggiare nei boschi in pieno periodo di pollinazione
- chiudere le finestre e preferire l’aria condizionata
- lavarsi i capelli dopo una passeggiata per asportare il polline eventualmente depositato.
Reazioni crociate:
Pomodoro, pesce, prugne, albicocca, ciliegia, kiwi, melone.
Ambrosia
Nome latino: Ambrosia artemisiifolia L.
Descrizione:
Pianta originaria del Nord America, l’ambrosia è stata introdotta recentemente in Italia nella zone di Milano Malpensa, probabilmente attraverso gli aerei cargo americani. L’ambrosia può misurare fino a 1,5 metri di altezza. Produce frutti spinosi che si attaccano ai vestiti.
Dove si trova:
Soprattutto nelle valli del Nord Italia (Varese, Milano, Pavia), lungo le strade e sui terreni incolti.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da agosto a settembre
Il suo polline ha un potere allergenico molto alto che provoca rinite (raffreddore da fieno).
Reazioni crociate:
Verga d’oro comune, artemisia, sedano, melone, anguria, banana, lattice di caucciù.
Erba Muraiola (Parietaria)
Nome latino: Parietaria officinalis.
Descrizione:
La parietaria è una pianta che misura tra i 5 e i 30 cm di altezza. Il fusto è rossastro, spesso vellutato e ha foglie verde scuro ricoperte di peluria ruvida. I fiori sono piccoli e verdastri.
Dove si trova:
Originaria dei paesi mediterranei, la parietaria si è largamente diffusa in Europa. E’ un’erba longeva che cresce sui vecchi muri, sulle rocce, sul bordo dei sentieri.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da maggio a ottobre.
L’inalazione di polline di parietaria è responsabile di rinite, congiuntivite e asma grave.
Al fine di ridurre quanto possibile l’impatto allergenico, può essere utile:
- non passeggiare nei boschi in pieno periodo di pollinazione
- chiudere le finestre e preferire l’aria condizionata
- lavarsi i capelli dopo una passeggiata per asportare il polline eventualmente depositato.
Reazioni crociate:
Ulmacee, moracee, cannabacee.
Imenotteri
Ape
Nome latino: Apis mellifera
Descrizione:
L’ape misura tra 11 e 18 mm di lunghezza. Di colore nero con strisce ocra, è leggermente vellutata. Come tutti gli imenotteri, il suo corpo è diviso in tre parti. Possiede una lingua in grado di bottinare il nettare della frutta e fare del miele. Nella femmina, l’apparato riproduttivo si trasforma in apparato velenifero. Il veleno viene iniettato con un pungiglione seghettato che, dopo la puntura, resta nella pelle: la perdita del pungiglione provoca la morte dell’ape.
Dove si trova:
L’ape è presente in tutta la superficie del globo ad eccezione delle regioni tropicali. Viene allevata per produrre il miele.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da marzo a settembre.
L’ape è poco aggressiva ed evita il contatto con gli uomini. La frequenza delle punture d’ape è quindi meno rilevante di quella delle punture di vespe. Tuttavia i rischi possibili sono da tenere in considerazione. Tutte le punture di ape causano un forte dolore, talvolta un edema. In pazienti sensibilizzati, la puntura può provocare uno shock anafilattico, la più grave manifestazione dell’allergia, in grado di causare la morte.
Nel caso di puntura di una persona allergica al veleno di imenottero, occorre immediatamente praticare un’iniezione intra-muscolare di adrenalina. Per questo motivo ai pazienti si consiglia di avere sempre a portata di mano un corredo d’urgenza dotato di siringa autoiniettabile preriempita di adrenalina.
Qualche semplice precauzione può essere efficace ad evitare le punture:
- evitare di camminare a piedi nudi nell’erba
- diffidare dei luoghi che mostrano una proliferazione anomala di insetti
- evitare di avvicinarsi agli alveari
- in presenza di un’ape, evitare i movimenti bruschi.
Ad oggi, la sola cura dell’allergia al veleno di imenottero è la desensibilizzazione o vaccino antiallergico, praticata sotto stretta osservanza medica.
Reazioni crociate:
Formica rossa, bombo, vespidi.
Giallone
Nome scientifico: Vespula sp.
Descrizione:
Tipicamente giallo e nero, il giallone misura da 11 a 19 mm di lunghezza. Come tutti gli Imenotteri, il suo corpo consta di 3 parti, ed è ricoperto da piccoli peli corti e radi. Il suo addome si presenta squadrato anteriormente e a punta posteriormente. I maschi si distinguono dalle operaie per le antenne più lunghe ed arcuate e per il torace con peli più lunghi. L’apparato riproduttore della femmine si trasforma per pungere. L’iniezione del veleno viene praticata mediante un pungiglione liscio, che l’animale può ritirare dopo l’uso: piuttosto aggressiva, è dunque capace di pungere molte altre volte, sia nelle vicinanze del nido che lontano.
Dove si incontra:
Il giallone o Vespula è diffuso in tutti terreni secchi e moderatamente umidi, sia in pianura che in montagna e colloca il suo nido in cavità sotterranee naturali, talvolta in luoghi isolati dentro vecchi edifici.
Periodo di rischio maggiore di esposizione:
Da Aprile a Settembre.
Reazioni crociate:
Veleno di Formica rossa.
Veleno d’Ape.
Vespa
Nome scientifico: Vespa Poliste.
Nome latino: Polistes sp.
Descrizione:
Di colore nero a striscie gialle, la vespa poliste misura dai 12 ai 18 mm di lunghezza. Come tutti gli imenotteri, il suo corpo è diviso in tre parti; è provvista di un paio di antenne. Nella femmina l’apparato riproduttivo si trasforma in apparato velenifero. L’iniezione del veleno si realizza tramite un pungiglione liscio che la vespa può ritirare dopo aver punto: può quindi pungere più volte.
Dove si trova:
La vespa poliste fa il nido tra i rami degli alberi o nei travi dei granai. La si trova ovunque soprattutto nelle regioni calde.
Periodo di esposizione agli allergeni:
Da aprile a settembre.
Tutte le punture di vespa provocano un forte dolore, talvolta un edema. In pazienti sensibilizzati, la puntura può provocare uno shock anafilattico, la più grave manifestazione dell’allergia, in grado di provocare la morte. In una persona allergica al veleno di imenottero, in caso di puntura occorre immediatamente praticare un’iniezione intramuscolare di adrenalina. E’ quindi consigliato ai pazienti di avere sempre a portata di mano un corredo d’urgenza dotato di siringa autoineittiabile preriempita di adrenalina.
Per evitare le punture, può essere utile qualche semplice consiglio:
- evitare di camminare a piedi nudi nell’erba
- diffidare dei luoghi che mostrano una proliferazione anomala di insetti
- evitare di avvicinarsi ai nidi di vespe
- in presenza di una vespa evitare i movimenti bruschi.
Ad oggi, il solo trattamento dell’allergia al veleno di imenottero è la desensibilizzazione o vaccino antiallergico, praticata sotto stretta sorveglianza medica.
Reazioni crociate:
Veleno di formica rossa.