Che cos’è l’Omotossicologia?
E’ una branca medica che rientra nella grande famiglia dell’Omeopatia.
E’ nata a cavallo tra la prima e la seconda metà del ‘900, grazie all’intuito e alla scienza di un medico tedesco, Hans Heinrich Reckeweg, che, unendo le sue conoscenze in omeopatia classica e in fitoterapia ai concetti della medicina ufficiale (anatomia, biochimica, patologia generale, anatomia patologica), elaborò un modello interpretativo della malattia e una serie di farmaci, preparati secondo le regole dell’Omeopatia, che ancora oggi mantengono una grandissima validità, anzi rivelano la sua grande capacità di intuire con largo anticipo sui tempi alcuni concetti che sono oggi alla base della Medicina più avanzata.
La malattia secondo il modello omotossicologico
La malattia è il risultato della lotta dell’organismo per eliminare le tossine (batteri, virus, sostanze tossiche prodotte dall’organismo stesso) o per contrastare i danni da esse prodotti.
Viene quindi sottolineata una cosa fondamentale, che oggi ha trovato sempre più riscontri nella ricerca medico-scientifica, in particolare a livello immunologico: nella genesi di una malattia, il modo di reagire del corpo, per esempio a un virus, contribuisce in gran parte a determinare le caratteristiche della malattia stessa: i sintomi, la durata, la gravità. Ecco alcuni esempi semplici per spiegare questo concetto.
Come mai alcune persone sono allergiche ed altre no? La “colpa” è dei pollini o del modo in cui il corpo reagisce ad essi?
Come mai, dopo un’infezione da virus dell’epatite alcuni soggetti si ammalano gravemente e possono sviluppare nel tempo una cirrosi epatica o un cancro al fegato, mentre altri non se ne accorgono nemmeno e, almeno per l’epatite B, diventano immuni come se fossero vaccinati? Non si tratta semplicemente di capacità o meno di eliminare il virus ma di modi diversi di combatterlo; infatti, ciò che porta a un innalzamento delle transaminasi (epatite acuta) , o all’indurimento del fegato (cirrosi), non è il virus ma la reazione eccessivamente violenta del sistema immunitario, che uccide tutte le cellule epatiche infette e, nel tentativo di riparare il danno, produce tessuto fibroso in eccesso.
In conclusione, il modo in cui noi “facciamo” le malattie dipende in buona parte dalla nostra “reattività”: se è efficace e “silenziosa” possiamo evitare gran parte delle malattie stessa, se è troppo intensa avremo malattie infiammatorie anche molto acute, con febbre, dolore, ecc, se è insufficiente o sbilanciata avremo malattie che tenderanno a diventare croniche o, spesso , auto aggressive (malattie autoimmuni); anche nella genesi dei tumori, come oggi sempre più è dimostrato scientificamente, un ruolo importante è giocato dal nostro sistema immunitario, che da un certo momento in avanti diviene incapace di contrastare le cellule tumorali e, paradossalmente si allea col tumore creando le condizioni per una sua espansione incontrollata.
Le frontiere più avanzate della Medicina contemporanea sono giunte proprio alle stesse conclusioni approfondendo gli studi sul sistema immunitario e scoprendo quanto esso sia coinvolto nella nascita e nello svolgimento delle malattie e quanto sia necessario un buon equilibrio delle sue componenti (come una bilancia) per godere di buona salute.
Per questo riteniamo, davanti a un paziente malato, che sia necessario non fermarsi semplicemente ai sintomi e alla loro eliminazione, ma che sia fondamentale andare oltre cercando di interpretare quale sia la sua reattività, con l’attenzione rivolta a tutta la persona, in una visione “olistica” , cioè globale, poiché in ogni malattia è coinvolta ogni parte dell’individuo: la mente, il sistema nervoso, gli ormoni e il sistema immunitario.
Questo modo si vedere è riassunto in una parola: PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA (P.N.E.I.), che è , anche per la Medicina ufficiale la punta di diamante della ricerca
Strategie terapeutiche dell’omotossicologia
L’omotossicologia, alla luce di questi concetti, si propone quindi di aiutare l’organismo (sempre inteso come insieme di mente e corpo), a mantenere o recuperare la sua equilibrata reattività, non dimenticando che ogni persona, in conseguenza del suo codice genetico ma anche delle influenze ambientali, delle malattie avute in precedenza ecc, ha una sua reattività di base, che si è tentato di classificare per praticità, nella storia della medicina, con il nome di “costituzione”, “temperamento”, “biotipo” e che ci dà informazioni importantissime fin da subito.
I rimedi omotossicologici perseguono questi obbiettivi in vari modi:
- Drenaggio: rimozione delle tossine, sia dal tessuto connettivo che dalle cellule dei vari organi, stimolando anche le fisiologiche vie di eliminazione (reni, intestino, fegato, polmoni, pelle)
- Modulazione e contenimento dei sintomi
- Stimolo dei sistemi energetici cellulari, sempre compromessi nelle malattie croniche
- Stimolo degli organi indeboliti e ammalati cronicamente
- Riequilibrio del sistema immunitario sbilanciato. A quest’ultimo obiettivo hanno contribuito negli ultimi anni in particolare gli omotossicologi italiani, creando nuovi rimedi di regolazione dell’immunità e dell’equilibrio ormonale, che hanno dato prova della loro efficacia in numerosi studi scientifici di alto livello.
Naturalmente l’omotossicologia non si mette in opposizione ai farmaci della Medicina ufficiale, molto efficaci ma gravati spesso da effetti collaterali anche pesanti. Essa si propone un ruolo complementare, anche se, va detto, i rimedi omotossicologici, hanno dimostrato, in molti casi, di non essere affatto inferiori, quanto ad efficacia, senza, peraltro avere effetti collaterali significativi.
Il medico omotossicologo non ripudia pertanto i farmaci “chimici”, ben sapendo che talora sono indispensabili; cerca invece di portare l’organismo alla guarigione (quando è possibile), o al miglioramento, agendo sulle sue capacità intrinseche di regolazione e auto-cura.
In quali ambiti è utilizzabile l’omotossicologia?
L’omotossicologia può fornire un valido aiuto nelle patologie delle alte e basse vie respiratorie, in particolare nel periodo invernale, nelle allergie, nelle malattie della pelle, nelle problematiche gastrointestinali, nelle patologie delle ossa e delle articolazioni, nelle patologie della sfera ormonale, anche in campo ginecologico. Senza ambizioni di sostituirsi alle terapie “ufficiali”, ma con l’intento di dare un supporto all’organismo e di contenere alcuni dei pesanti effetti collaterali, l’omotossicologia può essere di una certa utilità anche nelle malattie neoplastiche.
Lorenzo Rosa
Medico omeopata omotossicologo