Nata a Brescia, medico, ha partecipato a diversi concorsi letterari di poesia ottenendo numerosi riconoscimenti tra questi: Concorso letterario internazionale San Marco-città di Venezia, Graffito d’oro, Concorso Internazionale di poesia Lerici.
LA NINNA NANNA
(dedicata a mio padre)
Cullato dal “Nostro Mare”
Riposi.
Fra sogni: di brezze birichine, bora invadente,
scirocco che, quando è amico,
ti fa navigare.
Divertendosi e divertendo.
E come una ninna nanna,
ci si addormenta,
fra tintinnii delle sartie,
e il respiro dell’onda,
che profuma d’infinito.
VENEZIA
Sonnecchi come una vecchia signora,
cullata dai ricordi,
impreziosita di antichi gioielli.
E, come una signora borbotti con l’acqua,
nel salone di Canal Grande,
ricordando gli antichi sfarzi.
Resisti al logorio degli anni,
sei senza tempo e nel tempo vivi.
L’ATTIMO
E’ un quadro a colori
con i colori che voglio.
Lo appendo al muro,
per rallegrarmi;
e lo stacco poi
quando è già passato.
L’ATTESA
C’è una calma apparente.
Tutto è ben definito:
il mare, l’orizzonte, le nuvole.
Arriverà il temporale?
O sarà già passato?
Il cielo diventerà più scuro?
O diventerà più chiaro.
Così è il mio cuore:
così sono io adesso.
Attendo che il cielo si chiarisca,
per buttarmi in un mare di sogni.
MI CERCO
Dove? Spesso mi chiedo:
in un corpo sofferente,
in un cane abbandonato,
nel profumo degli odori stuzzicanti,
nella luna,
nel mio io, quando non lo trovo,
e come in un gioco a nascondiglio,
mi ritrovo, per giocare a perdermi.
IL PASSATO
Io, non riesco a cancellarlo;
cammina al mio fianco,
come un’ombra.
A volte la calpesto,
per non vederla,
ma sempre ritorna,
riflettendo la mia immagine.
Così mi vedo,
con uno zainetto sulle spalle,
colmo di ricordi,
che mi fanno camminare,
più veloce, quando voglio dimenticare;
più lentamente, quando voglio:
cullarmi per sognare.
ERA IERI
Era ieri:
momenti di vita,
con l’illusione della spensieratezza.
Oggi: momenti di vita,
con la rassegnazione della delusione.
I RICORDI
Sono immagini sbiadite nella nebbia della vita;
si colorano al ricordo dei momenti spensierati;
sfumano per non ferire;
diventano nitidi quando il cuore malinconico galoppa,
per rincorrere ricordi felici, che sono già svaniti.
BUSSARE
A quante porte ho bussato,
per avere il giusto,
sottratto dal fato.
Ho bussato con speranza,
con rabbia, con rassegnazione.
Se ricordo nel passato e nel presente,
non ho mai visto la luce,
di una porta aperta.
Ho visto il buio,
di chi non vuole aprire.